Gino Severini nasce a Cortona, in provincia di Arezzo, il 7 aprile 1883. Studia alla Scuola Tecnica di Cortona fino al 1899, anno in cui si trasferisce a Roma. Qui frequenta i corsi d'arte a Villa Medici e verso il 1901 incontra Umberto Boccioni. Insieme visitano lo studio di Giacomo Balla, dove vengono introdotti alla pittura divisionista. Nel novembre del 1906 si stabilisce a Parigi, dove studia la pittura impressionista e conosce il neoimpressionista Paul Signac.

Ben presto entra in contatto con gli esponenti dell'avanguardia parigina, tra i quali Amedeo Modigliani, Juan Gris, Georges Braque e Pablo Picasso, Lugné-Poë e la sua cerchia nell'ambiente teatrale, i poeti Max Jacob, Guillaume Apollinaire e Paul Fort e lo scrittore Jules Romains. Sollecitato da Filippo Tommaso Marinetti e Boccioni, Severini aderisce al movimento futurista e nell'aprile del 1910 firma il Manifesto tecnico della pittura futurista con Balla, Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo. A differenza degli altri futuristi, Severini è poco attratto dal tema della macchina e più spesso sceglie figure di danzatori per esprimere le teorie futuriste del dinamismo nell'arte.

Nel febbraio del 1912 partecipa all'organizzazione della prima mostra futurista a Parigi, che si tiene alla Galerie Bernheim-Jeune, ed è presente alle successive mostre futuriste in Europa e negli Stati Uniti. Nel 1913 sue personali sono allestite alla Marlborough Gallery di Londra e alla Galerie Der Sturm di Berlino. Per tutto il periodo futurista svolge un'importante funzione di collegamento tra gli artisti in Francia e in Italia. Conclusa l’esperienza futurista con una serie di opere sul tema della guerra, inizia a dipingere in uno stile che si rifà al Cubismo sintetico. Intorno al 1920 applica teorie di equilibrio classico, basate sulla sezione aurea, a soggetti figurativi tratti dalla Commedia dell'Arte. In seguito divide il suo tempo tra Parigi e Roma, studia le tecniche dell'affresco e del mosaico e negli anni venti esegue pitture murali polimateriche in Svizzera, Francia e Italia. Negli anni cinquanta ritorna ai temi del suo periodo futurista: danzatori, luce, movimento. Nell'arco della sua carriera pubblica importanti saggi teorici e libri su argomenti d'arte. Muore a Parigi il 26 febbraio 1966.


Opere