Giorgio de Chirico

La torre rossa

1913

Le enigmatiche opere di Giorgio de Chirico tra il 1911 e il 1917 costituirono un’ispirazione decisiva per i pittori surrealisti. L’atmosfera sognante delle composizioni dipende da una prospettiva irrazionale, dall'assenza di sorgenti di luce unificate, dall’allungamento delle ombre e dalla messa a fuoco allucinatoria di alcuni oggetti. Piazze italiane circondate da portici e facciate classiche sono trasformate in scenari vuoti e sinistramente silenziosi per la rappresentazione di drammi invisibili. L’assenza di ogni avvenimento provoca un’atmosfera carica di nostalgia o di melanconia se s’immagina che sia appena accaduto qualcosa di molto importante; se invece si sente che qualcosa sta per accadere ne deriva un senso di ansia. Secondo de Chirico “ogni cosa [ha] due aspetti: uno corrente quello che vediamo quasi sempre e che vedono gli uomini in generale, l’altro lo spettrale o metafisico che non possono vedere che rari individui in momenti di chiaroveggenza e di astrazione metafisica, così come certi corpi occultati da materia impenetrabile ai raggi solari non possono apparire che sotto la potenza di luci artificiali quali sarebbero i raggi x” (Sull’arte metafisica, aprile-maggio 1919). Tracce di presenze umane nascoste appaiono nella piena vastità di quest’opera, come il monumento equestre, spesso identificato con la statua di re Carlo Alberto a Torino.

Opera esposta

Artista Giorgio de Chirico
Titolo originale La Tour rouge
Data 1913
Tecnica Olio su tela
Dimensioni 73,5 x 100,5 cm
Credit line Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)
Inventario 76.2553 PG 64
Collezione Collezione Peggy Guggenheim
Tipologia Dipinto

Copia la didascalia

Opera esposta


Altre opere