Dal 8 giugno 2002, terzo allestimento di: Temi e Variazioni. Arte del dopoguerra dalle Collezioni Guggenheim
Venerdì 7 giugno inaugura alla Collezione Peggy Guggenheim il terzo allestimento di “Temi e Variazioni. Arte del dopoguerra dalle Collezioni Guggenheim”, curato da Luca Massimo Barbero, che, con questo allestimento conclude gli oltre sei mesi di apertura al pubblico. Il carattere originale e specifico di questo progetto espositivo risiede nella sua mobilità e nel “variare” ogni due mesi, non solo l’allestimento delle sale ma soprattutto presentare opere diverse in ogni occasione generando un confronto talvolta provocatorio ed innovativo.
In questa terza occasione viene presentata quasi cronologicamente un percorso originale dell’arte del dopoguerra che, partendo dai maturi anni ‘50, giungerà sino agli anni ‘70 con alcune opere raramente esposte della collezione di Peggy Guggenheim e soprattutto nuove e importanti donazioni di arte italiana che arricchiscono e completano la sequenza degli autori protagonisti di quella complessa fase della storia dell’arte del secolo appena trascorso. Particolare importante in questa fase è la presenza di opere emblematiche d’arte italiana che giungono oltre che dalla collezione veneziana dai depositi del Solomon R. Guggenheim Museum di New York e non esposte da anni.
La mostra apre con due suggestive sale dedicate ad Alberto Burri, protagonista indiscusso dell’arte informale internazionale di cui sono esposte le affascinanti opere “plastiche”. La sala successiva propone in un inedito confronto alcuni maestri dell’arte gestuale ed informale, dall’espressionista astratto americano Conrad Marca-Relli con Figure Form del 1958 a Emilio Vedova con Immagine del tempo del 1951 un’opera acquistata da Peggy che sigla il rapporto di stima con il maestro veneziano. Due interessanti dipinti di Afro tra cui Le Regole del 1969, donato recentemente da Mario Graziani, dialogano con un importante dipinto del franco-canadese Riopelle. Come in sequenza, dal gesto-materia si passa alla stanza dedicata al “segno”, all’astrazione intesa come scrittura dello spazio. Due importanti donazioni dominano la sala: i tre grandi dipinti verticali di Gastone Novelli donati già nel 1992 da Ivan Novelli, e la recente donazione dell’artista Carla Accardi presente ora in collezione con Concentrico Blu del 1960, opera chiave del suo percorso astratto e che la rappresentano nel museo insieme a Senza titolo donato nel 2001 da Isabella del Frate Rayburn.
La mostra prosegue con una sala dedicata a Lucio Fontana ed al “monocromo”, soluzione e problematica chiave degli anni ‘60. Sono presenti tre dipinti del maestro spazialista tra cui il grande Concetto Spaziale, Attese del 1959. Dell’importante gruppo milanese orbitante intorno alle esperienze del monocromo e di Azimuth sono presenti opere di Piero Manzoni con Achrome del 1958-59 e Agostino Bonalumi con Neo del 1966. Al maestro Bonalumi, celebrato quest’anno per il Premio Presidente della Repubblica Italiana 2001, la collezione Guggenheim dedicherà tra l’altro una sala/ambiente creata appositamente per il museo e visitabile nel mese di luglio.
Una sezioni che sorprenderà per la sua carica visiva e per il carattere di riscoperta attuale sarà quella dedicata alla Op-Art ed all’arte cinetica dove, introdotte da opere di Vasarely e Albers saranno esposti “oggetti” di Boto, Massironi, Sobrino, Costalonga, Costa, Apollonio, parte della collezione “sconosciuta” di Peggy Guggenheim. Il percorso si chiude con una curiosa sala dedicata alla “seconda vita dei materiali”. Del riutillizzo artistico di materiali non convenzionali e quotidiani è sicuramente simbolo l’imponente Ferro di Alberto Burri dove le lamiere distese e saldate, danno vita ad un meraviglioso “dipinto”. Due opere di Mimmo Rotella composti magistralmente con manifesti strappati si confrontano con un lavoro dell’inglese Irwin, Serendipity 2 del 1957, composto anch’esso da strappi e collage di materia cartacea. Completano la sala due artisti del Nouveau Realisme: Arman con Variabile e Invariabile del 1963 e César con una Compressione del 1969, oggetti presenti dagli anni ‘60 nel palazzo veneziano di Peggy.
In collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini “Collezione Burri” (Città di Castello), con il sostegno di Maurice Kanbar, grazie a Isabella del Frate Rayburn.
I programmi della Collezione Peggy Guggenheim sono resi possibili grazie al sostegno del Comitato Consultivo della Collezione Peggy Guggenheim, di Alitalia, della Banca del Gottardo, della Regione Veneto e Intrapresæ Collezione Guggenheim.