Dal 6 aprile 2002 Secondo allestimento di:
Temi e Variazioni. Arte del dopoguerra dalle Collezioni Guggenheim
Da Sabato 6 aprile 2002, la Collezione Peggy Guggenheim presenterà il secondo allestimento di “Temi e variazioni. Arte del dopoguerra dalle collezioni Guggenheim”, il progetto espositivo curato da Luca Massimo Barbero. In questa seconda parte sarà proposto un percorso rinnovato ed originale attraverso alcuni capolavori appartenenti alla collezione di Peggy Guggenheim e soprattutto alcune opere che dopo molti anni saranno nuovamente presentate al pubblico italiano. Altro importante avvenimento sarà la presentazione di una sala tematica dedicata interamente alla figura e all’opera di Bice Lazzari, artista astratta il cui operato, a partire dagli anni ‘20, non mancherà di stupire e meravigliare il pubblico per la sua originalità e coerenza.
“Temi e variazioni” proseguirà, quindi, attraverso un percorso stimolante e talvolta provocatorio, che seguendo alcune tematiche principali riunisce e pone a confronto le collezioni Guggenheim del secondo dopoguerra. In questa fase sarà così possibile ammirare il famoso Impero della luce (1953-54) di René Magritte affiancato alla magica seduzione di Scena per una fiaba (1942), opera tridimensionale di Joseph Cornell. Grande curiosità susciterà l’inedita presentazione di tre sale consecutive dedicate ad Ambientazioni fantastiche, al Mito, la magia e il rituale, e la Metamorfosi della figura umana. Questi i temi centrali dell’opera di buona parte degli artisti surrealisti che affrontando questi temi trovarono nelle nuove generazioni i continuatori ideali di queste problematiche inquietanti e affascinanti.
Peggy Guggenheim collezionò opere di molti degli artisti surrealisti e tardo surrealisti, costruendo un nucleo fondamentale per comprendere l’importanza del tema dell’inconscio, della metamorfosi o della magia legata ai riti primordiali e fantastici. Ecco allora in mostra l’idolo urlante al cielo di Rufino Tamayo, in Corpi celesti (1946), e le figure fantascientifiche e sessuate de Il non nominatore rinominato (1952-53) di Matta. La medesima sala è dominata da una scultura di Papua, Nuova Guinea, appartenente alla collezione di Peggy Guggenheim, ripresentata in questa rara occasione. Il pubblico potrà, inoltre, per la prima volta, veder riunito un importante nucleo di sculture della collezione che, da Giacometti, Moore, Armitage, Chadwick, Richier, fino a Butler, Hare, César e Lipchitz, compongono sale suggestive presentando la metamorfosi o la nuova interpretazione scultorea della figura umana nei maestri della scultura internazionale del dopoguerra. Oltre ad una piccola sala che raccoglierà importanti opere su carta di artisti americani prossimi all’Espressionismo astratto, come De Kooning, Marca-Relli, Tobey e Sam Francis, una sala sarà dedicata agli artisti veneziani legati a Peggy Guggenheim.
Una storia ancora da scrivere quella di Peggy Guggenheim e l’arte italiana. Con il suo arrivo a Venezia, nel 1947, Peggy inizia subito a frequentare Giuseppe Santomaso (di cui si espone l’importante Lettera a Palladio n. 6, 1977), Emilio Vedova (qui presente con Città ostaggio 1951, acquistato alla Biennale di Venezia), e Armando Pizzinato. Oltre ad influenzare con la sua collezione lo spirito delle avanguardie italiane Peggy Guggenheim protegge e promuove, tra gli altri, il pittore Tancredi ed Edmondo Bacci, contribuendo a far conoscere ad un pubblico internazionale le loro opere. Chiude questo secondo ciclo una suggestiva sala dedicata ai pittori del Gruppo CoBrA con opere di Alechinsky, Appel, Corneille e Jorn, con una ricostruzione di uno dei più emozionanti nuclei della collezione originale presente a Palazzo Venier dei Leoni.
Banca del Gottardo è Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim
I programmi della Collezione Peggy Guggenheim sono resi possibili grazie al sostegno del Comitato Consultivo della Collezione Peggy Guggenheim, di Alitalia, della Regione Veneto e Intrapresæ Collezione Guggenheim.