La mostra All in the present must be transformed: Matthew Barney and Joseph Beuys, curata da Nancy Spector, e inaugurata lo scorso 6 giugno alla Collezione Peggy Guggenheim sta riscuotendo
un buonissimo successo di pubblico: nei primi 20 giorni di apertura sono state infatti 28.979 (1.448 la media giornaliera) i visitatori di Palazzo Venier dei Leoni, per la prima volta ospita una mostra di arte contemporanea. L’esposizione vuole mettere in rilievo le affinità esistenti tra l’opera di due artisti, che, sebbene appartenenti a generazioni e geografie diverse, condividono alcuni interessi chiave sia estetici che concettuali. Sono così presi in esame l’uso metaforico dei materiali, l’attenzione per la metamorfosi e la relazione tra l’azione e la sua documentazione nella pratica dei due artisti. Sono, inoltre, messe in luce alcune fondamentali differenze d’ordine filosofico tra Barney e Beuys—alimentate dalla divisione tra pensiero moderno e postmoderno—che, a loro volta, ampliano ulteriormente la nostra comprensione delle singole opere dei due artisti.

Per celebrare questa importante occasione, la Collezione Peggy Guggenheim ha sviluppato un programma culturale di ampio respiro articolato in lezioni accademiche, visite guidate, laboratori
didattici, film, per terminare con un concerto dedicato a Barney e Beuys.

Dopo le conferenze di maggio in collaborazione con la Facoltà di Design e Arti dell’Università IUAV di Venezia, il mese di luglio, durante tre serate di apertura straordinaria del museo, è dedicato alle proiezioni di documentari sull’opera e il pensiero di Joseph Beuys e Matthew Barney. Il ciclo sarà inaugurato mercoledì 4 alle 21.00 da Joseph Beuys. Transformer, 1979 (60’) di John Halpern, che in questo documentario intervista l’artista tedesco durante l’installazione nel 1979 della sua storica mostra personale al Museo Solomon R. Guggenheim di New York. Mercoledì 11 sempre alle 21.00 sarà proiettato The Body as Matrix: Matthew Barney’s Cremaster Cycle, 2002 (52’) di Maria Anna Tappeiner. In questo film Nancy Spector, Matthew Barney e altri interlocutori discutono della realizzazione del ciclo dei cinque episodi di CREMASTER (1994-2003) - universo densamente stratificato e interconnesso in cui l’artista americano tesse continui riferimenti tra il mondo dello sport, la biologia, la sessualità, la storia, la geografia e la mitologia nel loro evolvere in maniera organica - e delle successive traduzioni in nuove forme artistiche. Mercoledì 18 alle 21.00 verrà presentato il documentario di Alison Chernick, Matthew Barney: No Restraint, 2005 (72’), in cui la Chernick segue Barney in Giappone per riprenderlo mentre gira il suo ultimo film DRAWING RESTRAINT 9 (2005). Un’occasione impedibile per scoprire il dietro le quinte della produzione del film, mentre l’artista affronta divisioni culturali e soluzione logistiche impegnative per realizzare la sua visione creativa. Ingresso a 8 euro a partire dalle ore 18.00. Ingresso gratuito per i soci. Il Museum Café resterà aperto fino alle ore 21.00. Si ringrazia TV Express per l’assistenza tecnica.