Venerdì 14 febbraio 2025 l’artista Marina Apollonio incontra il pubblico all’Accademia di Belle Arti di Venezia

Venezia, 7 febbraio 2025 – In occasione della grande personale attualmente in corso alla Collezione Peggy Guggenheim, Marina Apollonio. Oltre il cerchio, venerdì 14 febbraio alle ore 17 negli spazi dell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, l’artista Marina Apollonio incontra il pubblico. Attraverso un dialogo coinvolgente con Marianna Gelussi, curatrice della mostra, Riccardo Caldura, Direttore dell’Accademia di Belle Arti, e Karole P. B. Vail, Direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, Apollonio ripercorrerà la sua straordinaria carriera, dagli esordi alle esperienze formative, fino ai successi che l’hanno resa un’icona dell’Arte Optical e Cinetica internazionale. L’incontro, che rientra nel ricco programma di attività collaterali gratuite dedicate alla mostra, rappresenta un momento di confronto e di ispirazione per le nuove generazioni di artisti e sarà aperto a chiunque abbia il desiderio di conoscere l’artista. Per partecipare non è richiesta la prenotazione, libero, fino a esaurimento posti.

Figlia di Umbro Apollonio, critico d’arte, scrittore nonché direttore dell’Archivio storico della Biennale di Venezia dal 1949 al 1972, all’età di otto anni, nel 1948, Apollonio si trasferisce a Venezia, città dove cresce circondata da intellettuali e artisti. “Contagiata dal virus dell’arte”, come le piace ricordare, inizia le proprie ricerche attorno alla percezione visiva nel 1962, in sintonia con la giovane avanguardia Programmata, attirata dal linguaggio oggettivo della geometria, in particolare dal cerchio. Apollonio intraprende il proprio percorso senza aderire ad alcun gruppo e contro il parere del padre. Nel 1964 incontra l’artista Getulio Alviani che la incoraggia a mostrare i suoi lavori. Nel 1965 vince il Chiodo d’oro a Palermo e viene invitata a partecipare a Nuova tendenza 3 a Zagabria, mostra-biennale, movimento senza statuto costituito da affinità elettive, da una visione comune di arte e realtà, dove conosce l’artista Dadamaino, alla quale rimarrà legata da una lunga amicizia. Seguiranno anni di intensa attività, mostre personali e collettive in Italia e all’estero, insieme con la costellazione internazionale di artisti dell’Arte programmata e cinetica. Apollonio è particolarmente vicina al Gruppo N di Padova, frequenta il Gruppo T di Milano, gli amici Alviani e Dadamaino, artisti vicini ad Azimut/h, e del Gruppo Zero di Düsseldorf, e i già riconosciuti Enzo Mari e Bruno Munari. Con loro condivide l’impegno artistico e lo slancio utopistico, l’urgenza di superamento dello stato delle cose, di rivoluzionare l’arte e, attraverso l’arte, la realtà: andare oltre l’Informale, trasformare la figura e il ruolo dell’artista, elaborare un linguaggio artistico oggettivo universale che abbracci il presente, il continuo divenire della realtà, democratizzando l’arte. A partire dalla metà degli anni Settanta il profondo cambiamento del clima storico e sociale e la conseguente perdita di peso dell’Arte programmata e cinetica, influiscono sulla sua attività artistica, che ritrova un nuovo slancio all’inizio degli anni Duemila, sulla scia del ritorno dell’interesse per l’avanguardia cinetica internazionale e delle numerose mostre ad essa dedicate, in Italia e soprattutto all’estero. Nel 2007 Max Hollein, storico dell’arte e attuale direttore del Metropolitan Museum of Art di New York, inserisce Apollonio nella grande mostra da lui curata, Op Art, allestita negli spazi della Schirn Kunsthalle Frankfurt, mentre nel 2022, in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, Il latte dei sogni, viene scelta dalla curatrice Cecilia Alemani per essere esposta nel Padiglione Centrale, ai Giardini, all’interno della sezione Tecnologie dell'incanto, accanto a Dadamaino, Lucia Di Luciano, Laura Grisi, Grazia Varisco e Nanda Vigo.

Fino al 3 marzo, 2025, Marina Apollonio è protagonista della più ampia retrospettiva mai realizzata in ambito museale in Italia a lei dedicata, allestita negli spazi della Collezione Peggy Guggenheim. Oltre a ripercorrerne la carriera artistica dal 1963 a oggi, questo omaggio negli spazi di Palazzo Venier dei Leoni è ulteriormente prezioso poiché mette in luce il ruolo di Peggy Guggenheim, collezionista attenta e lungimirante. Nel 1968, dopo aver visitato la personale di Apollonio alla Galleria Paolo Barozzi di Venezia, Guggenheim le commissiona Rilievo n. 505, tutt’oggi parte della collezione, a riprova del suo sostegno alle giovani avanguardie italiane.

I programmi per il pubblico correlati alla mostra Marina Apollonio. Oltre il cerchio sono realizzati grazie alla Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz.