Dal 1995, anno della sua apertura al pubblico, il Giardino delle sculture Nasher, è divenuto uno dei punti di forza della Collezione Peggy Guggenheim e oggi a oltre 10 anni di distanza si arricchisce di due nuove, intense, opere di artisti contemporanei: Dan Graham (Urbana, IL, Usa, 1942) e Herbert Hamak (Unterfranken, Germania, 1952).

Dan Graham è dalla fine degli anni '60 uno degli artefici delle rivoluzioni dell'arte concettuale. È stato teorico della cultura e dell'arte, fotografo, produttore di film, artista dell'installazione e della performance. Da sempre interessato all'urbanistica e al rapporto tra arte e architettura, ha trovato nel modulo dell'abitazione e, successivamente, del padiglione, una forma elementare e simbolica cui dare sempre nuove espressioni. Il padiglione in acciaio inossidabile e vetri specchianti, Il solido triangolare con elementi circolari (1989), allestito nel giardino della Collezione Peggy Guggenheim grazie alla cortesia della Galleria Massimo Minini di Brescia, è un insieme di scultura e architettura e funziona come un dispositivo che rende lo spettatore consapevole del proprio atto di visione ma anche di impiego dello spazio costruito. La natura del giardino si riflette sulle superfici del padiglione, mentre lo sguardo del visitatore è rapito dai giochi di luce che la geometria dell’architettura diffonde nello spazio circostante. Il corpo così come l'occhio sono sollecitati ad avere maggiore consapevolezza di sé, una lucidità che però si coniuga ad una esperienza di grande piacere, sensuale o ludico.

L'opera di Herbert Hamak si impone in quanto presenza fortemente strutturata, rigorosa, trasparente e ambigua. Se la trasparenza è tale da catturare la luce e trattenerla, l'ambiguità riguarda la consistenza vitrea della materia tra il solido, il liquido e l'aereo. C'è un assunto che riassume tutto il lavoro di Hamak ed esso è costituito dalla sintesi estrema tra idea, forma, materia e azione, dalla corrispondenza biunivoca di queste nozioni tra loro. In questo modo l'opera si trasforma in respiro d'assoluto e si fonde nell'unità personale e impersonale, soggettivo e oggettivo, organico e inorganico. L'opera Blu oltremare scuro, nelle parole dell’artista "un grande dipinto verticale" che si presenta come una colonna di oltre 5 metri e che grazie all’interessamento della galleria Studio la Città di Verona è ora collocata presso il gazebo di Peggy, è metamorfosi ermetica che custodisce gelosamente nelle opacità e nei bagliori delle materie i propri segreti. Il processo attraverso il quale Hamak perviene alle forme geometriche è assai lento e complesso, frutto di un sapiente dosaggio di pigmenti, resine naturali e sintetiche, cere, dunque di un metodo di lavoro al confine tra la sperimentazione artistica e quella scientifica. Arte della pura immaginazione e della pura contemplazione che invoca il silenzio sollecitato dalla luce e dalle atmosfere rarefatte del giardino della Collezione Peggy Guggenheim.

Il Giardino delle sculture Nasher nacque nel 1995 quando venne siglato l’accordo con la Fondazione Patsy e Raymond Nasher di Dallas, Texas. In virtù di ciò, le opere della Collezione Nasher sono esposte a rotazione nel giardino della Collezione accanto a sculture appartenenti alla collezione permanente del museo. In precedenza, ovvero nel 1985, Luciano Minguzzi aveva donato alla Collezione Peggy Guggenheim la scultura le Due Figure e nel 1989 il giardino era stato impreziosito dall’installazione del neon di Merz Se la forma scompare, la sua radice è eterna. A partire dal 1999, inoltre, si sono susseguite le donazioni di numerose altre sculture di Antony Caro, Mimmo Paladino, Mirko Basaldella e Yoko Ono, per non citarne che alcuni.

L’arrivo delle due nuove opere di Herbert Hamak e Dan Graham ha innestato all’interno del giardino una nuova dinamica storica e di relazione tra le sculture già presenti, aprendo alla ricerca e all’approfondimento dei temi della scultura contemporanea. L’atmosfera ludica e, per certi versi, aliena che accomuna le due opere crea un’atmosfera di grande suggestione che accompagna il visitatore nel percorso tra i grandi protagonisti della scultura moderna da Germaine Richier a Isamu Noguchi, da David Smith a Mario Merz. Ora, grazie alla generosità della galleria Studio la Città e della Galleria Massimo Minini, le opere di Hamak e di Graham sosteranno, in quanto prestito a lungo termine, all’interno del Giardino delle sculture Nasher, per raccontare ai visitatori le nuove frontiere della poetica della scultura contemporanea.