Alla Collezione Peggy Guggenheim laTorre gotica di Wim Delvoye
L’energia gotica, il suo stesso amore della vita, lottavano ogni giorno per raggiungere un più intenso vigore espressivo.
John Ruskin
My fascination with the Gothic isn’t dark at all. For me it evokes the springtime of Europe
Wim Delvoye
Dal 3 giugno al 22 novembre la Collezione Peggy Guggenheim ospiterà Torre la nuovissima creazione dell’artista belga Wim Delvoye: una torre gotica, alta circa 10 metri, realizzata in corten tagliato a laser, espressamente ideata per svettare, con le sue finestre ogivali e i suoi pinnacoli, sulla terrazza di Palazzo Venier dei Leoni, sovrastando così le acque del Canal Grande.
Sospesa fra architettura e ornamento, l’opera di Delvoye, dalla forza eterea e visionaria, ma anche dalla fortissima presenza materiale, trae ispirazione dai più famosi esempi di architettura gotica, da Notre Dame a Parigi alla Cattedrale Saint John the Divine a New York. Dalla fusione del sublime con i più avanzati strumenti della tecnologia computerizzata, nasce una torre capace di unire nella propria struttura forme gotiche attinte sia dalla realtà che dai dipinti e dalle incisioni romantiche di artisti come Caspar David Friedrich e Karl Friedrich Schinkel.
Nell’articolata pratica artistica di Wim Delvoye da sempre gli opposti si attraggono: il sacro si fonde al profano, il passato al presente, l’ornamento vince sulla mera funzionalità. La sua arte celebra quel paradosso basato sulla pratica surrealista che unisce nella stessa opera elementi e idee differenti, in apparenza privi di alcun legame se non quello di una ibridazione estetica. Nella torre gotica sulla terrazza della Collezione Peggy Guggenheim confluiscono tutti questi elementi che dal contrasto tra la torre stessa e l’edificio di Palazzo Venier dei Leoni traggono la forza provocatoria e anticonvenzionale che dà vita al paradosso surrealista.
Wim Delvoye sostiene che: “Se il Rinascimento è stato un mondo, il Gotico è stato una mentalità. Il Rinascimento è un’epoca chiusa, dura cinquant’anni e poi arriva il Manierismo. Il gotico invece è arte eterna. E l’occhio umano che ha una vista stroboscopica, tra le trasparenze, i ricami, i piani che si sovrappongono, nell’ascesa al cielo di un edificio gotico trova la gioia dello sguardo”.
Nato nel 1965, Wim Delvoye vive e lavora a Gent, Belgio. Ha ottenuto l’attenzione della critica internazionale grazie alle sue partecipazioni alla Biennale di Venezia nel 1990 e nel 1999, e nel 1992 a Documenta IX. Alcuni suoi ultimi progetti nel corso del 2008 comprendono la personale presso l’Ernst Museum di Budapest (febbraio-marzo 2008), la presentazione di una delle sue macchine “Cloaca” al Glenbow Museum di Calgary (giugno-agosto 2008), la presenza all’interno di mostre collettive al MARTa di Herford (aprile-giugno 2008), al Weserburg di Brema (maggio 2008) e al CAPC di Bordeaux (giugno-settembre 2008).