Considerata da molti tra le più grandi galleriste nel panorama artistico contemporaneo del secondo Novecento, Ileana Sonnabend (1914‐2007) creò con lungimiranza anche un’eccezionale collezione privata. La mostra Ileana Sonnabend. Un ritratto italiano, alla Collezione Peggy Guggenheim dal 29 maggio al 2 ottobre 2011, presenta una selezione di opere provenienti dalla Collezione Sonnabend di New York, il cui filo conduttore è l’Italia: lavori di artisti italiani e internazionali, la cui arte rimanda alla cultura, alle tradizioni e ai paesaggi del nostro paese.

Ileana Schapira nasce a Bucarest, nel 1914. Il padre è un uomo d’affari di successo e consulente economico del re Carol II di Romania. Nel 1932 Ileana conosce Leo Krausz (successivamente Castelli) che sposa l’anno dopo, nel 1935 si trasferiscono a Parigi, dove aprono una galleria d’arte insieme a René Drouin, per poi emigrare a New York nel 1941. Mentre Leo Castelli si arruola nell’esercito americano, Ileana studia alla Columbia University, dove conosce Michael Sonnabend, che sposerà nel 1959. Tra gli anni ‘40 e ‘50 i coniugi Castelli cominciano a collezionare opere d’arte, tra cui spiccano i lavori di Piet Mondrian e Jackson Pollock, e nel 1957 aprono la loro prima galleria a New York. Insieme scoprono ed espongono le opere di Jasper Johns e Robert Rauschenberg, cominciando così a promuovere un nuovo genere di arte, iniziando dal Neo‐dada e dalla Pop Art (Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Claes Oldenburg e James Rosenquist). Nel 1962 Michael e Ileana Sonnabend aprono a Parigi la Galerie Ileana Sonnabend, dove espongono i lavori di artisti americani e di alcuni giovani italiani, a cominciare da Mario Schifano (1963) e Michelangelo Pistoletto (1964), seguiti poi da Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo (1969), Jannis Kounellis (1972) e altri ancora.

Nel 1970 Ileana apre una galleria a New York, che l’anno seguente trasferisce a SoHo, insieme alla Galleria Castelli, stimolando così una sorta di “migrazione” della scena artistica contemporanea newyorkese. La galleria di SoHo viene inaugurata con una performance di Gilbert & George, oggi celeberrima. Attraverso la galleria e il collezionismo, Ileana continua a scoprire i nuovi movimenti emergenti europei e americani, Minimalismo, Arte povera, Arte concettuale, Transavanguardia, performance, Neo‐espressionismo, Neo‐geo e la nuova fotografia, ampliando una reputazione fondata sulla conoscenza approfondita dell’arte, sul desiderio del “nuovo”, sul carattere internazionale della galleria.

Peggy Guggenheim (1898‐1979) e Ileana Sonnabend hanno in comune sia la carriera di gallerista che di collezionista. A New York negli anni ’40 i coniugi Castelli frequentano il museo‐galleria di Peggy, Art of This Century (1942‐47), riguardo la quale Castelli afferma: “La galleria di Peggy è una sensazione….nessuno ha capito che Peggy stava facendo qualcosa di epocale.” I Castelli acquistano diverse opere d’arte dalla Guggenheim. Ad ogni modo, se il sostegno di Peggy si focalizzò sulla generazione degli espressionisti astratti americani, Ileana Sonnabend promosse le successive avanguardie per oltre cinquant’anni, come fosse la naturale erede della collezionista americana.

Michael e Ileana Sonnabend stringono un forte legame con l’Italia e in particolare con Venezia, dove per molti anni affittano un appartamento durante il periodo estivo. A partire da un soggiorno a Roma nel 1960, durante il quale entrano in contatto con la ‘Scuola di Piazza del Popolo’ e con il mercante d’arte Plinio de Martiis, e a Venezia nel 1962, dove diventano amici di artisti, critici e galleristi come Giuseppe Santomaso, Giuseppe Marchiori, Attilio Codognato, Giovanni Camuffo eCarlo Cardazzo, creano una fitta rete di amicizie italiane, tra cui spiccano i nomi di Gian Enzo Sperone, Germano Celant, Achille Bonito Oliva, Giuseppe e Giovanna Panza, e molti altri artisti di cui Ileana avrebbe esposto le opere tra Parigi e New York.

Ileana svolge, insieme a Leo Castelli e Alan Solomon, un ruolo fondamentale nel portare Robert Rauschenberg alla Biennale di Venezia del 1964, dove l’artista vince il Gran premio della Pittura, evento cruciale nella sua carriera, nella storia della Biennale di Venezia e nell’arte contemporanea europea e americana più in generale.

Ileana Sonnabend. Un ritratto italiano presenta oltre 60 opere di più di 50 artisti, selezionati da Antonio Homem, direttore della Sonnabend Gallery, New York, e figlio adottivo della collezionista. Tra i lavori in mostra un ritratto di Ileana di Andy Warhol, opere legate all’Italia di Rauschenberg e Cy Twombly, lavori di artisti italiani come Tano Festa, Lucio Fontana, Mimmo Rotella, Schifano e Piero Manzoni, opere di artisti americani ispirate alla cultura italiana (come per esempio Jim Dine, James Rosenquist, John Baldessari), di artisti dell’Arte Povera (Zorio, Anselmo, Calzolari, Jannis Kounnelis, e Merz), di vari fotografi internazionali (tra cui Bernd e Hilla Becher, Candida Höfer, Hiroshi Sugimoto, Max Becher e Andrea Robbins), e molti altri sia italiani (Giulio Paolini, Luigi Ontani) che internazionali (Bruce Nauman, Anselm Kiefer, Philip Haas, Rona Pondick). La mostra va oltre le tematiche strettamente legate alla nostra terra per indagare la diversità, originalità, nonché brillantezza della carriera di Ileana quale promotrice e collezionista di talenti artistici emergenti.

La mostra è organizzata da Antonio Homem e Philip Rylands, direttore della Collezione Peggy Guggenheim. Il catalogo, edito da Guggenheim Publications, include saggi dedicati ad Ileana Sonnabend di Achille Bonito Oliva e Germano Celant, un’intervista ad Antonio Homem, e le schede delle opere di Mario Codognato.

La mostra gode del sostegno di Intrapresae Collezione Guggenheim, con la collaborazione di Corriere della Sera. Hangar Design Group ha curato l’immagine coordinata per la comunicazione. Radio Italia è media partner.