2 dicembre 1992 – 29 marzo 1993
Alla Collezione Peggy Guggenheim martedì 1 dicembre alle ore 17.30 verrà inaugurato un omaggio a Giuseppe Santomaso, noto maestro veneziano e amico di Peggy Guggenheim e della Collezione. L’omaggio consisterà nella presentazione di una famosa serie di lavori di Giuseppe Santomaso: Lettere a Palladio che consistono in 7 grandi tele del 1977. Come è noto Giuseppe Santomaso fu uno dei primi artisti che Peggy Guggenheim conobbe dopo il suo arrivo a Venezia nel 1947; di lui Peggy ricordò: “Sapeva tutto della storia di Venezia e raccontava le cose più affascinanti sul passato della sua grande città” (Peggy Guggenheim, Una vita per l’arte, 1982). Fu infatti Santomaso a suggerire a Rodolfo Pallucchini, a quel tempo Segretario Generale della Biennale di Venezia, di accogliere la collezione di Peggy Guggenheim alla storica Biennale del 1948. Più tardi, negli anni ’60, Santomaso divenne uno dei garanti della Fondazione Peggy Guggenheim. Oggi un’opera, Vita segreta (1958), fa parte della collezione della Fondazione Solomon R. Guggenheim.
La mostra è curata da Fred Licht, curatore della Collezione Peggy Guggenheim e viene presentata nel contesto delle opere d’arte del dopoguerra nella Collezione Guggenheim. Si ringrazia per la collaborazione e l’appoggio la figlia del maestro, la Galleria Blu di Milano e la D.ssa Loretta Daminato. In occasione dell’inaugurazione della mostra verrà presentato dalla Fabbri Editori la recente monografia dedicata al maestro. La mostra sarà aperta al pubblico dal 2 dicembre 1992 al 29 marzo 1993.
LETTERE A PALLADIO
Le Lettere a Palladio fissano un punto d’arrivo nella ricerca dell’artista e il punto di partenza di tutta la sua produzione matura. Santomaso vi narra il suo pensiero creativo costruendo una traccia di percorso in cui ogni tappa testimonia l’intuizione formale e il momento emotivo che l’ha depositata nella memoria. L’analisi dei dipinti ci consente di rivivere questo percorso e di distinguere nei pochi segni lineari e nelle misteriose superfici cromatiche l’esperienza della visione che ha permesso a Santomaso di indagare e di trdurre pittoricamente, attraverso il filtro di una profonda emozione, il valore formale delle architetture palladiane. L’artista rispondendo a un’intervista ha spiegato con precisione questo momento, sottolineando il conseguente sviluppo: “Negli anni ’70, ero attento ad alcuni fatti intellettuali nella pittura, sollecitazioni mi provenivano dalle ricerche concettuali, che io sentivo lontane dalla mia sensibilità, ma mi intrigavano culturalmente. Queste ricerche intelligenti e di qualità nel mondo espressivo di quegli anni comportavano un’eccessiva analisi di quel linguaggio, che è andata piano piano esaurendosi. Oggi le attenzioni sul linguaggio sono uscite di scena, secondo me, la creatività ha bisogno di un rapporto con la vita, possibilmente senza il diaframma dell’intelletto…” La determinazione di un linguaggio essenziale ma denso di esperienza, libero da ogni scoria intellettualistica è stata la significativa testimonianza di questo maestro veneziano del ’900.
L’attività culturale della Collezione Peggy Guggenheim è sostenuta dalla Regione Veneto e da Itrapresæ Collezione Guggenheim: Bisazza Mosaico, Italtel e Publitalia ’80