Giovanni Segantini. Luce e simbolo 1884-1899
10 febbraio 2001 – 29 aprile 2001
Anteprima Stampa: venerdì 9 febbraio; dalle ore 10.00 alle ore 14.00
Conferenza Stampa: venerdì 9 febbraio, ore 11.00; saranno presenti: Prof.ssa Annie-Paule Quinsac (Curatrice), Prof. Robert Rosenblum (Curatore, Solomon R. Guggenheim Museum, New York), Philip Rylands (Direttore, Collezione Peggy Guggenheim), Marco Magnifico (Direttore Culturale, FAI), Maria Camilla Bianchini d’Alberigo (Presidente, FAI-Regione Veneto), e Vincenzo Cannatelli (Direttore, Corporate Stampa e Comunicazione, Enel).
Dal 10 febbraio al 29 aprile 2001 la Collezione Peggy Guggenheim presenta Giovanni Segantini. Luce e simbolo, 1884-1899, una mostra dedicata all’ultimo periodo simbolista di Giovanni Segantini (1858-1899).
La mostra è presentata nel contesto di “Luce per l’Arte”, programma attraverso il quale Enel ha scelto la luce come risorsa artistica e di comunicazione, ed è stata organizzata in collaborazione con FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, con il sostegno di Enel e di Pro Helvetia.
Giovanni Segantini. Luce e simbolo, 1884-1899, organizzata in occasione del centenario della morte di Giovanni Segantini, raccoglie trenta opere, tutte appartenenti alla fase matura dell’artista e provenienti da diversi musei stranieri e collezioni private. Il nucleo principale di dieci dipinti capolavori è in esposizione fino al il 28 gennaio 2001, alla Villa Menafoglio Litta Panza di Varese.
Alla Collezione Peggy Guggenheim invece, con un allestimento più intimo rispetto alla monumentalità della Scuderia Grande di Varese, la mostra sarà arricchita di tre altri dipinti e di un nucleo di disegni che permettono di seguire a pieno l’evoluzione del pittore. Tra i tredici dipinti di Venezia, il famoso ritratto della compagna dell’artista, Petalo di roa, carico di significati simbolici e che non viene esposto al pubblico dal 1926. Oltre a Petalo di rosa, è da segnalare Primavera sulle alpi, 1897, celebrato dalla stampa per aver stabilito il record per l’Ottocento italiano all’asta di Christie’s New York nel 1999, e Ritorno dal bosco, 1890, dalle ricche tonalità e denso di simbolismo.
I diciassette disegni consentono di inquadrare l’evoluzione delle tematiche del pittore. Il disegno ha una funzione importante nell’opera di Segantini, funge spesso come ripensamento dell’ opera dipinta ed è raramente schizzo o disegno preliminare. Segantini rielaborava le tematiche dei suoi dipinti producendo su carta copie o varianti ed è perciò che la pratica della rielaborazione facilitò l’evoluzione verso il simbolismo. Un meraviglioso esempio di tale modifica iconografica è data dal paragone tra la seconda versione dipinta di Ave Maria a trasbordo,(1886) e il disegno di medesimo titolo (1890-93), non più esposto dal 1922. Una piccola sezione di disegni è dedicata al lavoro legato alla trittico della natura, noto anche come Trittico dell’Engadina in cui Segantini recupera la funzione tradizionale di schizzo. Il monumentale esempio La natura, 1898, riapparso sul mercato d’arte di Zurigo solo nel 1995, è una via di mezzo tra studio e rielaborazione: doveva fungere da disegno di presentazione della parte centrale del trittico e Segantini lo realizzò per tenere al corrente il comitato della Exposition Universelle di Parigi nel 1900 dell’evoluzione del progetto.
Giovanni Segantini fu il primo pittore italiano ad indagare scientificamente le tematiche legate al rapporto tra luce e percezione. Tutti i dipinti esposti evidenziano l’evoluzione della tecnica divisionista segantiniana e il graduale passaggio dell’artista da una visione realista della natura ad un simbolismo panteista, che rimane improntato ad un poderoso naturalismo. Nell’universo visionario dell’artista gli animali e gli esseri umani sono prigionieri di un destino ingrato, elementi caduchi della natura, madre onnipotente e benevola ma anche distruttiva.
“La concezione di questa mostra è innovativa nella portata e nelle finalità. L’obiettivo è quello di rendere l’idea della ricchezza del simbolismo di Segantini e dell’originalità del suo linguaggio pittorico, un’immagine aggiornata del pittore nel contesto del simbolismo europeo”, dice Annie-Paule Quinsac, curatrice della mostra e autrice del catalogue raisonné uscito nel 1982. “A questo scopo quasi tutte le opere appartengono al periodo svizzero dell’artista e ad anni successivi al 1884”.
La mostra è accompagnata da un catalogo (versione bilingue italiano-inglese, ed. Skira) a cura di Annie-Paule Quinsac, con un saggio del noto critico e storico americano Robert Rosenblum (Stephen and Nan Swid Curatore, Solomon R. Guggenheim Museum, NY).
La mostra è stata realizzata grazie a Enel sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Confederazione Svizzera
I programmi della Collezione Peggy Guggenheim sono resi possibili
grazie al sostegno del Comitato Consultivo della Collezione Peggy Guggenheim, di Alitalia, della Regione Veneto e:
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INTRAPRESÆ COLLEZIONE GUGGENHEIM