A partire dal 6 settembre 1997, ventisei opere della famosa collezione di arte italiana del primo Novecento, formata tra il il 1949 e il 1953 dal collezionista Gianni Mattioli, saranno esposte presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, grazie ad un prestito a lungo termine.

Nato a Milano, Gianni Mattioli (1903-1977) fu costretto ad abbandonare la scuola all’età di quindici anni per lavorare in una ditta importatrice di cotone. Già all’inizio degli anni Venti, grazie a Fortunato Depero, era venuto in contatto con il circolo di artisti e scrittori che si era riunito intorno Filippo Tommaso Martinetti. Mattioli si interessò da subito alla letteratura, al teatro, alla pittura e scultura contemporanei, e specialmente all’arte di Umberto Boccioni. La metà degli anni Quaranta rappresentò un punto di svolta nella sua vita. Durante gli ultimi anni della guerra collaborò con la resistenza per favorire la fuga degli ebrei perseguitati, creando in tali circostanze una duratura alleanza con una delle figure più influenti della scena artistica milanese del dopoguerra, sua cugina Fernanda Wittgens, che sarebbe diventata in seguito direttrice di Brera. Dopo la guerra, le attività di Mattioli si svilupparono ed egli si trovò così finalmente in grado di cominciare quella collezione di arte moderna italiana che aveva sognato sin dalla sua giovinezza. Inoltre, con la Wittgens collaborò ad acquisizioni importanti per i musei milanesi di arte del Ventesimo secolo e alla promozione di mostre di arte italiana all’estero, come “Arte Italiana del Ventesimo secolo” esposta al Museum of Modern Art di New York nel 1949.

Nel 1953 la collezione di Mattioli era ormai completa. Negli anni ’50 e ’60 rimase aperta al pubblico, a Milano, una volta alla settimana oppure su appuntamento. All’epoca le immagini delle opere divennero presenze abituali nei testi di arte moderna italiana. Tra il 1967 e il 1971 la collezione fu celebrata con un tour internazionale che la portò negli USA, in Europa e in estremo Oriente.

La prima opera in ordine cronologico della collezione è il bozzetto definitivo di Boccioni (1910) realizzato ad olio per la grande opera La città che sale. Materia (1912) è probabilmente l’opera più importante di Boccioni, mentre Dinamismo di un ciclista (1913), con le luci scintillanti e le forme esplosive, è forse la più bella. Solidità della nebbia di Russolo è l’ultimo grande dipinto di questo rarissimo artista che sia ancora di proprietà privata. Due dipinti di Balla, incluso Mercurio passa davanti al sole (1914), e uno di Severini, Ballerina blu, completano le opere di questi artisti già in possesso della Collezione Peggy Guggenheim. La serie di dipinti di Carrà, fra cui il suo capolavoro Cubista La Galleria di Milano e il collage Manifestazione interventista, forse l’immagine più rappresentativa della collezione, completa il quintetto dei pittori fondatori del Futurismo. Ulteriori opere di artisti che gravitano nell’orbita dei futuristi – Soffici, Sironi, Rosai e Depero – rendono la presentazione della Collezione Peggy Guggenheim e della Collezione Gianni Mattioli una delle migliori esposizioni futuriste al mondo.

L’amante dell’ingegnere, l’ultima opera di Carrà nello stile della Pittura Metafisica, fa da complemento ai tre dipinti di de Chirico appartenenti alla Collezione Peggy Guggenheim. Il Ritratto del pittore Frank Haviland (1914) è uno dei primi dipinti realizzati da Modigliani (un artista non rappresentato nella Collezione Peggy Guggenheim) dopo un periodo di cinque anni dedicato alla scultura. Infine, il coup de gras è rappresentato da sei dipinti a olio di Morandi del periodo 1913-17. Bottiglie e fruttiera (1916) è generalmente considerato il primo capolavoro fra gli studi tonali di nature morte caratteristici di questo maestro bolognese.

“Capolavori della Collezione Gianni Mattioli” aprirà al pubblico il 6 settembre e sarà esposta nella barchessa della Collezione Peggy Guggenheim. Il catalogo, pubblicato da Electa in inglese e italiano, comprende saggi di Laura Mattioli Rossi, Emily Braun, e schede a cura di Philip Rylands.

Le esposizioni della Collezione Peggy Guggenheim sono rese possibili dal sostegno della Regione Veneto e di Intrapresæ Collezione Guggenheim: Aermec, Arclinea, Barbero 1891, Bisazza Mosaico, Cartiere Miliani Fabriano, DLW AG, Gruppo 3M Italia, Gruppo Imation Italia, istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Luciano Marcato, Rex Built-In, Sàfilo Group, Swatch, Wella.