Dal 7 giugno al 15 agosto 2000 la Peggy Guggenheim Collection presenta: Arte Italiana del Dopoguerra, un allestimento che ha lo scopo di offrire un panorama variegato sull’opera di collezionismo che Peggy Guggenheim ha dedicato a questo periodo della storia dell’arte italiana, arricchita con opere che all’istituzione sono state donate dopo la sua morte, con opere dal Museo Solomon R. Guggenheim (di Afro e Burri), oltre ad opere in prestito temporaneo. Per l’occasione sarà esposta una recente donazione di nove opere su carta di Tancredi, da parte del noto architetto Giorgio Bellavitis. Giorgio Bellavitis è stato il progettista del Giardino di Sculture Nasher, presso la Collezione Peggy Guggenheim.

Peggy Guggenheim, durante i suoi trent’anni di vita a Venezia si interessò ad un gruppo di artisti veneziani che durante gli anni cinquanta si stava facendo notare per le straordinarie capacità espressive e per l’attenzione al mondo e alle esperienze dell’arte internazionale. Continuando l’opera di mecenatismo che l’aveva distinta negli anni quaranta a New York, acquistò e collezionò opere di Vedova, Bacci, Santomaso, Pizzinato, Tancredi e di altri artisti oggi presenti in mostra. Proprio nello stesso periodo il Museo Solomon R. Guggenheim di New York presentò al pubblico Afro, Burri, Fontana e Dorazio riscontrando il favore del pubblico e della critica.

Questo allestimento, curato da Fred Licht, coincide con due anniversari che la Collezione Peggy Guggenheim si onora di ricordare: il decimo anniversario della morte di Giuseppe Santomaso (24 maggio 1990) in mostra con la tela Vita Segreta del 1958, e il novantesimo compleanno di Armando Pizzinato (7 ottobre), qui con I Cantieri del 1947-48 e con Forme in Moto del 1980. In mostra ci sono due capolavori santomasiani in prestito dagli eredi Santomaso: Lettera a Palladio n.5, e Lettera a Palladio n.6. Si ringrazia inoltre il proprietario di un altro prestito di un’opera di un pittore che manca nelle collezioni Guggenheim, Mario de Luigi. Un posto importante nell’allestimento occupano le due opere del 1951 di Emilio Vedova: Immagine del tempo (Sbarramento) non a caso può essere considerata un’opera fondamentale per la conoscenza e la comprensione del percorso artistico del maestro. Altrettanto importante per lo sviluppo della scultura italiana del dopoguerra è l’opera di Mirko, qui rappresentata dalla monumentale scultura del 1953 Elemento architettonico – Linee forza nello spazio.

Oltre alla donazione Bellavitis, la mostra presenta alcune altre delle donazioni che la Fondazione Solomon R. Guggenheim ha ricevuto negli anni recenti, come le tele Senza Titolo (del 1961 e n.d.) di Edmondo Bacci (da Giorgio e Denise Bacci e da un anonimo collezionista americano), che si integrano con le due tele presenti nella collezione. Concetto Spaziale, Attese, di Lucio Fontana è stato donato dalla Fondazione Lucio Fontana, e quattro opere tarde di Gastone Novelli, dal figlio Ivan Novelli. La Nube di Fabrizio Clerici è stato donato dall’artista, e Le Regole di Afro da Mario Graziano. Un Doppio Rilievo di Arnaldo Pomodoro, una delle più recenti donazioni, è qui esposto grazie all’artista e ad Art of This Century (Parigi). Con altre opere in mostra di Pomodoro, di Berto Lardera e le opere di Mario Merz e di Luciano Minguzzi (Due Figure) collocate nel Giardino di Sculture Nasher, oltre all’equestre Angelo della Città di Marino Marino affacciato al Canal Grande, viene affermata la presenza della tradizione scultorea del secondo dopoguerra italiano.

Altri artisti nella raccolta, a completare il già ricco panorama, sono William Congdon (artista americano di nascita, ma italiano di formazione, morto recentemente a Milano), Piero Dorazio e Ludovico De Luigi.