Quattro incontri online a cura di Giovanna Brambilla

Guardare le opere d’arte accompagnati dalle parole di una persona esperta è senza dubbio un’esperienza formativa che allena lo sguardo, ma una volta allenati forse serve lanciare il cuore oltre l’ostacolo e risalire alle fonti, per vedere come alcuni grandi maestri della storia dell’arte hanno indagato i meccanismi della visione.

Cosa guardiamo quando stiamo guardando un’opera? Abbiamo mai pensato che metterci davanti a un dipinto, a una fotografia, a un film significa immergerci nel patrimonio visivo dell’artista, nel suo patrimonio culturale, nei risvolti della società in cui agiva?

Dalla Francia all’Italia, dagli stati Uniti alla Romania, quattro testi fondamentali ci guideranno nel creare le coordinate per capire i processi da cui nascono le grandi opere che tanto ci affascinano.

Le lezioni presentano un breve profilo dello scrittore o della scrittrice e della sua modalità di analisi dell’opera d’arte per poi condurre ad esplorare in modo approfondito una parte del testo preso in considerazione, fornendo così il metodo di lettura con cui proseguire in autonomia.

come partecipare

Storia dello sguardo in Occidente raccontata da Régis Debray

11 novembre, ore 19.00

Incontro online su piattaforma Zoom

Questo primo incontro è gratuito e aperto a tutti previa registrazione

Intellettuale e scrittore francese, Filosofo della École Normale Supérieure, Debray è il “grande maestro” da cui partire in questo itinerario sullo sguardo e sull’immagine, per rendere chiaro il legame tra il visibile e l’invisibile. Nata dal timore della morte e dalla necessità di rappresentare ciò che è assente, l’immagine è in grado di creare operazioni simboliche, in un percorso, tracciato con rigore, che intreccia cambiamenti sociali, religiosi, di pensiero, passando dall’icona al digitale.

La ricetta del successo delle opere d’arte raccontato da Carlo Ginzburg

18 novembre, ore 19.00

Incontro online su piattaforma Zoom

Con quanta velocità si familiarizza con immagini che sono diventate dei simboli, invece di interrogarsi sul loro potere seduttivo? Partendo da Lord Kitchener e dal manifesto che lo raffigura nel chiamare alle armi gli inglesi, si passerà all’ellenismo e all’arte bizantina, al rinascimento, alla propaganda e all’estetica delle dittature alla scoperta e alla decifrazione di quei meccanismi che decretano la fama di un’opera, e non sono solo questione di talento.

L’inganno fotografico raccontato da Susan Sontag

25 novembre, ore 19.00

Incontro online su piattaforma Zoom

In un momento di proliferazione delle fotografie, dove la quantità di immagini prodotte sembra eludere gli interrogativi sui significati di cui quest’arte sa essere portatrice, un testo di cinquant’anni fa dispiega ancora oggi fondamentali coordinate di lettura. Le fotografie sono atti predatori, documentari, testimoniali, e la loro relazione con la realtà non è mai così trasparente come si crede.

Le immagini come trappole per lo sguardo raccontate da Victor I. Stoichita

2 dicembre, ore 19.00

Incontro online su piattaforma Zoom

Il cerchio si chiude: anche quella di Stoichita, come Debray, è una storia dello sguardo, ma questa volta, passando dai dipinti di fine Ottocento ai noir di Hitchock, le immagini si rivelano essere trappole dello sguardo, capaci di intercettare desideri e di trasformare l’attento osservatore non in un appassionato d’arte, ma in un lucido detective.

Come partecipare
  • Le lezioni in diretta online sono in lingua italiana, durano un’ora, ai partecipanti verrà inviato un link alla piattaforma Zoom.
  • La prima lezione è gratuita e aperta a tutti.
  • Le successive tre lezioni sono riservate ai sostenitori e alle sostenitrici della Collezione Peggy Guggenheim.
  • È richiesta una donazione di 50€ per l'intero ciclo di lezioni (40€ per gli insegnanti previa presentazione di attestato rilasciato dalla scuola o istituto, 15€ per i possessori di tessera Young Pass). Non è prevista l’iscrizione a un singolo incontro.
  • È possibile iscriversi anche a corso iniziato e richiedere la registrazione delle lezioni precedenti.

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Giovanna Brambilla è una storica dell’arte, esperta in educazione e mediazione del patrimonio culturale. Lavora sulle tematiche dell’accesso e dell’inclusione nei musei e alla relazione con i visitatori, con il pubblico potenziale e il non pubblico. Dopo la laurea ha lavorato per un anno come volounteer researcher presso il British Museum di Londra, e successivamente la sua formazione è stata approfondita con corsi di perfezionamento in Didattica generale e museale (Università Roma Tre), in Comunicazione e mediazione interculturale (Università degli Studi di Bergamo), la Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano, come borsista, e il corso di perfezionamento “La comunicazione in ambiente scolastico” (Università degli Studi di Siena). Responsabile dal 1996 al 2022 dei Servizi Educativi della GAMeC di Bergamo opera attualmente come libera professionista; collabora come Responsabile progetti territoriali e audience development con la Direzione regionale Musei Lombardia ed è membro della knowledge community del Cultural Welfare Centre di Torino con focus sui musei, accoglienza e benessere. Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo Aldiqua. Immagini per chi resta (2023), Soggetti smarriti. Il museo alla prova del visitatore (2021), Mettere al mondo il mondo. Immagini per una rinascita (2021) e Inferni. Parole e immagini di un’umanità al confine (2020).