A cura di Sandhini Poddar, curatrice aggiunta Solomon R. Guggenheim Museum, con Amara Antilla, Assistant Curator, Solomon R. Guggenheim Museum

Con circa 45 dipinti e opere su carta provenienti da oltre 30 importanti istituzioni pubbliche e collezioni private tra Asia, Europa e Stati Uniti, si tratta della prima retrospettiva mai dedicata a all’artista indiano Vasudeo Santu Gaitonde (1924–2001). Con una carriera artistica che non ha pari nella storia dell’arte moderna del Sud-Est asiatico, Gaitonde fu un colorista influente, noto agli artisti e agli intellettuali della sua epoca, come agli studiosi e ai collezionisti della generazione successiva, per la sua assoluta integrità di spirito e di scopo. L’esposizione, presentata prima al Museo Solomon R. Guggenheim di New York e ora alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, rivela al grande pubblico questo genio solitario che sviluppò un proprio stile non-oggettivo impiegando mestichini, rulli e un particolare procedimento di “rimozione”. Le opere in mostra rivelano l’uso straordinario che Gaitonde fece del colore, della forma e della superficie pittorica nel creare opere che sembrano brillare di luce propria. Per Gaitonde la pittura, la vita e il processo creativo erano un tutt’uno.

V. S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita


Catalogo

Con una carriera artistica che non ha pari nella storia dell’arte moderna del Sud-Est asiatico, V. S. Gaitonde (1924–2001) fu un colorista influente, noto agli artisti e agli intellettuali della sua epoca, come agli studiosi e ai collezionisti della generazione successiva, per la sua assoluta integrità di spirito e di scopo. Il volume accompagna l’importante esposizione di opere su tela e su carta di Gaitonde alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, ed esamina il contesto dell’arte moderna indiana così come si è sviluppato nei centri metropolitani di Mumbai e Nuova Delhi tra i tardi anni quaranta e la fine del XX secolo. I lettori potranno conoscere questo genio solitario che sviluppò un proprio stile non-oggettivo impiegando mestichini, rulli e un particolare procedimento di “rimozione”. Le riproduzioni delle opere rivelano l’uso straordinario di Gaitonde del colore, della forma e della superficie pittorica nel creare opere che sembrano brillare di luce propria. Nell’esauriente saggio viene preso in esame non solo lo studio intrapreso da Gaitonde del buddismo Zen e altri sistemi filosofici indiani, ma anche la relazione tra la sua visione del colore e le maggiori tradizioni e movimenti artistici europei, americani e asiatici. Lo studio si sofferma anche sull’impiego di Gaitonde del termine “non-oggettivo” nel contesto storico e su aspetti della sua vita e della sua opera nell’ambito del modernismo indiano. Per Gaitonde la pittura, la vita e il processo creativo erano un tutt’uno.

Galleria

Sponsor

V.S. Gaitonde. Pittura come processo, pittura come vita beneficia del supporto di un Leadership Committee. Uno speciale ringraziamento a E. Rhodes e Leona B. Carpenter Foundation, Shanthi Kandiah e Brahmal Vasudevan, Smita e Ramesh Prabhakar, Suchi Reddy, Kelly e Sundaram Tagore, Sanjit e Sangeeta Talukdar e Principessa Shamina Talyarkhan.

La mostra è resa possibile graze al sostegno di Intrapresae Collezione Guggenheim, della Private Bank BSI, di Enel e della Regione del Veneto. Con la collaborazione di Corriere della Sera, Hangar Design Group cura l’immagine coordinata per la comunicazione. I programmi della Collezione Peggy Guggenheim sono resi possibili grazie al sostegno del Comitato consultivo del museo e di Intrapresae Collezione Guggenheim.