-
Condividi
Date:
Primo allestimento 2 febbraio - 4 agosto 2002.
Secondo allestimento: 6 arpile - fine maggio 2002.
Terzo allestimento: 7 giugno - 4 agosto 2002.
Sede:
Collezione Peggy Guggenheim.
Curatore:
Luca Massimo Barbero.
Artisti:
Edmondo Bacci, Alberto Burri, Francis Bacon, César, Joseph Cornell, Jean Dubuffet, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Gwyther Irwin, Asger Jorn, Bice Lazzari, René Magritte, Henry Moore, Ben Nicholson, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Tancredi, Laurence Vail, Victor Vasarely, Emilio Vedova, e altri.
Descrizione della mostra:
Temi e variazioni. Arte del dopoguerra dalle collezioni Guggenheim è stato un ciclo di installazioni di sei mesi che ha riunito dipinti, sculture e opere su carta provenienti dalle collezioni della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e dal Museo Solomon R. Guggenheim di New York. Il ciclo di installazioni presentava sia arte europea che americana, con un'enfasi sull'arte italiana, e comprendeva una serie di prestiti privati. Il progetto ha determinato una nuova comprensione di alcune opere della Collezione Peggy Guggenheim grazie alla presentazione di opere che non sono state esposte al pubblico italiano da molti anni. Il progetto ha perciò contestualizzato l'arte del dopoguerra come parte integrante della Collezione Peggy Guggenheim.
Tre allestimenti di due mesi hanno consentito l'esposizione di opere di un nucleo di artisti del dopoguerra, tra cui Edmondo Bacci, Alberto Burri, Francis Bacon, César, Joseph Cornell, Jean Dubuffet, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Asger Jorn, Bice Lazzari, René Magritte, Henry Moore, Ben Nicholson, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Tancredi, Laurence Vail, Victor Vasarely, Emilio Vedova e altri.
Il primo allestimento ha esplorato il modo in cui Peggy Guggenheim ha promosso e raccolto l'arte di un gruppo emergente di giovani artisti italiani attivi a Venezia negli anni cinquanta, come Bacci, Pizzinato, Santomaso, Tancredi e Vedova. Il Museo Solomon R. Guggenheim di New York stava negli stessi anni collezionando artisti italiani della stessa generazione, tra cui Afro, Burri e Capogrossi. Questa prima installazione ha presentato un approfondimento sul lavoro di Mirko Basaldella.
Il secondo allestimento è stato dedicato principalmente alla collezione d'arte surrealista di Peggy Guggenheim, fornendo così uno strumento visivo per la comprensione di concetti fondamentali come l'inconscio, l'idea di metamorfosi, fantasie primordiali o la magia del rituale. Tre sale consecutive sono state dedicate ai temi Composizioni fantastiche; Mito, Magia e Rito; e Metamorfosi della figura umana. La mostra ha presentato sculture della Collezione Peggy Guggenheim (Giacometti, Moore, Armitage, Chadwick, Richier, Butler, Hare, César e Lipchitz), che sono legate a tematiche che vanno dalla metamorfosi a una nuova interpretazione del corpo umano, e che erano comuni tra gli scultori negli anni del dopoguerra. L'allestimento includeva una sala dedicata agli espressionisti astratti americani: de Kooning, Marca-Relli, Tobey e Sam Francis; una sala dedicata agli artisti veneziani legati a Peggy Guggenheim, e una sala interamente dedicata all'arte astratta di Bice Lazzari. Chiudeva la mostra l'opera degli artisti CoBrA: Alechinsky, Appel, Corneille e Jorn.
Il terzo allestimento si è focalizzato sull'opera di Alberto Burri, con due gallerie dedicate esclusivamente al suo lavoro. Fin dall'inizio della sua carriera, Burri ha espresso una forte qualità gestuale, lasciando che la materia si trasformasse in processi casuali, in maniera simile allo stile degli espressionisti astratti americani. Dopo aver lavorato con catrame, muffe e altri mezzi non tradizionali, Burri iniziò a bruciare materiali a metà degli anni cinquanta, manipolandoli e trasformandoli con una torcia a fiamma, creando una tecnica che in seguito avrebbe chiamato "combustione". Praticò inizialmente questa tecnica su legno e in seguito sulla plastica, un materiale che si scioglie in forme strane e capricciose, a volte simili a pelle e tessuti umani. Le due sale dedicate a Burri esponevano sei grandi plastiche bruciate, risalenti ai primi anni sessanta. Questo allestimento è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini “Collezione Burri”, Città di Castello, e resa possibile grazie al supporto di Maurice Kanbar e Isabella del Frate Rayburn Eich.
Catalogo:
Nessun catalogo. Brochure in inglese.