A cura di Debra Bricker Balken

“Oggi alcuni artisti parlano dell’atto del dipingere ... ma la prima preparazione è lo Stato d’animo, e l’azione procede da questo. La Pace interiore è un altro ideale, forse lo stato ideale da ricercare nella pittura, e certamente è preparatorio all’atto”.

- Mark Tobey, 1958

È la più esaustiva retrospettiva degli ultimi vent’anni dedicata all’artista americano Mark Tobey (1890–1976). La mostra Mark Tobey. Luce filante intende tracciare l’evoluzione dello stile pionieristico dell’artista, nonchè il suo contributo, significativo e ancora non del tutto riconosciuto, all’astrazione e al modernismo americano del XX secolo.

Con 70 dipinti, che spaziano dalle produzioni degli anni ’20 fino ad arrivare agli anni ’70, la mostra indaga la portata della produzione artistica di Tobey e rivela lo straordinario, quanto radicale, fascino del suo lavoro. Il percorso espositivo si configura, dunque, come un attento riesame della produzione artistica del pittore, tra i maggiori artisti americani a emergere negli anni ’40, in quel decennio clou che vide la nascita dell’Espressionismo astratto, riconosciuto come figura d'avanguardia, precursore con la sua "scrittura bianca" di quelle innovazioni stilistiche introdotte di lì a poco dagli artisti della Scuola di New York, quali Jackson Pollock.

Tobey ha lasciato un segno forte nella storia dell’arte del ’900 per le sue rappresentazioni calligrafiche, uniche nel loro genere, che risultano essere il risultato di una lirica integrazione tra due culture figurative, l’occidentale e l’orientale, che spaziano dalla tradizionale pittura cinese su pergamena al Cubismo europeo. Tale forma di astrazione deriva dalle div erse esperienze fatte dall’artista che ha vissuto tra Seattle e New York, ha viaggiato a lungo tra Hong Kong, Shanghai, Kyoto e l’Europa, e si è convertito alla fede Bahá’í, religione abramitica monoteistica nata in Iran a metà del XIX secolo.

Mark tobey. Luce filante

Come spiega la curatrice Debra Bricker Balken "all'interno di questo mix di fonti, Tobey è stato in grado di evitare uno specifico debito col Cubismo, a differenza dei suoi compagni modernisti, fondendo elementi legati a linguaggi formali in composizioni che sono sorprendentemente radicali e al tempo stesso meravigliose". Il lavoro di Tobey, innovativo e peculiare nelle influenze che esercita e nella sua bellezza intrinseca, incarna a pieno l’anima internazionale del modernismo della metà del XX secolo, aspetto finora inesplorato dalla critica dell’arte post-bellica.


Catalogo

L'esposizione è accompagnata da un'esaustiva pubblicazione illustrata, edita da Skira Rizzoli in italiano e inglese, che documenta molti dei lavori di Tobey, con un approfondito saggio dedicato all’artista e al suo contesto culturale della curatrice Debra Bricker Balken, la cui ricerca attenta e originale è focalizzata sull’unicità dello stile di Tobey e sul ribadire il suo ruolo determinante all’interno della scena artistica Americana.

Galleria

Sponsor

Mark Tobey. Luce filante è resa possibile grazie al generoso sostegno di Sidney R. Knafel Exhibition Fund, Peter ed Elizabeth Currie, Stephen C. e Katherine D. Sherrill, e della Josef and Anni Albers Foundation. L’importante contributo di Douglas e Janet True ha reso possibile la pubblicazione del catalogo.

A Venezia la mostra Mark Tobey. Luce filante è realizzata grazie al sostegno di Lavazza in qualità di Global Partner della Fondazione Solomon R. Guggenheim. Tale collaborazione, nata quattro anni fa, evidenzia come l’avanguardia sia un valore innato e fonte d’ispirazione per Lavazza fin dalla sua fondazione a Torino nel 1895.

Il programma espositivo della Collezione Peggy Guggenheim è sostenuto dagli Institutional Patrons, EFG, Lavazza, e Regione del Veneto, da Guggenheim Intrapresæ e dal Comitato Consultivo del museo. I progetti educativi correlati all’esposizione sono realizzati grazie alla Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz.