Ann Hamilton Myein
Organizzata da: –
Commissari:
Katy Kline, Helaine Posner
La parola scelta da Ann Hamilton come titolo del proprio allestimento del padiglione, myein, tradotta dal greco si riferisce sia a un'anormale contrazione della pupilla dell'occhio che alla parola "mistero", di cui è anche radice etimologica. L'allestimento ha riunito molti elementi già trattati dall'artista: come si arriva a conoscere quel che si conosce e cosa invece non si riesce a vedere; l'interazione tra il sapere visivo e quello tattile; la relazione tra vedere e sentire; la rivelazione dell'invisibile e la velatura del visibile; e infine il desiderio della solitudine e quello di far parte di un gruppo sociale allargato.
Il padiglione è stato preso in esame come un elemento architettonico unitario nel quale intervenire con alcuni gesti unificanti, interni ed esterni. Una griglia d'acciaio e vetro, larga circa 30 metri e alta quasi 6, ha impedito l'accesso diretto al padiglione distorcendone la visione, data la trasparenza e l'irregolarità . Le pareti interne sono state ricoperte di scritte in caratteri braille (traduzioni di un lungo poema di Charles Reznikoff) e di una misteriosa polvere rossa che scendeva dall'alto a coprire le scritte per poi depositarsi sul pavimento, mentre una voce sussurrava, sillabando in codice fonetico, il secondo discorso inaugurale pronunciato da Abraham Lincoln dopo quattro anni di guerra civile.