Yves Tanguy

Il sole nel suo portagioie

1937

Yves Tanguy arrivò alla sua morfologia lunare o sottomarina intorno al 1927, e trascorse il resto della sua carriera artistica esplorandola ed elaborandola senza sostanzialmente cambiarla. Le sue composizioni, costruite senza premeditazione e direttamente sulla tela, ricordano il paesaggio di Locronan, nella provincia francese della Bretagna, dove l'artista trascorreva le estati dell'infanzia in una casa di proprietà dei genitori. Il suo repertorio di ricordi si amplia grazie all’esperienza dell'Africa durante un viaggio nei primi anni '30, dopo il quale, la luce nei suoi dipinti diventa chiara e forte e gli schemi di colori più complessi. Le forme vegetali sono sostituite da formazioni minerali. Dolmen e menhir, resti di pietra di età preistorica e ossa fossilizzate sono levigati e colorati negli spazi onirici delle sue tele. Le ombre proiettate in questi paesaggi ricordano quelle di Giorgio de Chirico, la cui opera aveva spinto Tanguy a dedicarsi alla pittura nel 1923.


Il paradosso spaziale di questo dipinto sta nella fusione di cielo e terra, ottenuta attraverso la continua gradazione di colore sulla superficie – non c'è la linea dell'orizzonte – e l’espediente di forme che si allontanano in prospettiva lungo una diagonale che parte dal basso a destra verso l’alto a sinistra. Gli angoli acuti sono suggeriti ovunque, dalla posizione degli oggetti, dalla relazione delle ombre con gli oggetti o dalle cose stesse. La precisione geometrica e una tecnica minuziosamente dettagliata, in cui un'attenta modellazione conferisce solidità plastica alla forma, accentuano la stranezza poetica del mondo di Tanguy.

Opera esposta

Artista Yves Tanguy
Titolo originale Le Soleil dans son écrin
Data 1937
Tecnica Olio su tela
Dimensioni 115,4 x 88,1 cm
Credit line Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)
Inventario 76.2553 PG 95
Collezione Collezione Peggy Guggenheim
Tipologia Dipinto

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