Marino Marini

L'angelo della città

1948 (fusione del 1949)

Marino Marini attinge alla tradizione della scultura etrusca e nord-europea nello sviluppare i temi del nudo femminile, del busto e della figura equestre. Interpretando i temi classici in uno spirito moderno e con tecniche moderne, egli cerca di rappresentare un’immagine mitica ma adatta a un contesto contemporaneo. L’evoluzione del soggetto del cavallo e cavaliere rispecchia la risposta personale di Marini a tale contesto mutevole. Il tema compare nella sua opera per la prima volta nel 1936: le proporzioni di cavallo cavaliere sono relativamente slanciate e le due figure sono equilibrate, formali e calme. Dall’anno successivo il cavallo è rappresentato mentre scalpita e il cavaliere mentre gesticola. Nel 1940 le forme si fanno più semplici e arcaicizzate e le proporzioni più tozze. Dalla fine degli anni ’40 il cavallo è piantato immobile sul terreno, il collo allungato, teso, le orecchie abbassate indietro e la bocca aperta, come in questo esempio, che trasmette gli aspetti caratteristici del lavoro di Marini di questo periodo: affermazione ed enfasi di forza, associata esplicitamente con la potenza sessuale.

Opera esposta

Artista Marino Marini
Titolo originale L'angelo della città
Data 1948 (fusione del 1949)
Tecnica Bronzo
Dimensioni 175 x 176 x 106 cm
Credit line Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)
Inventario 76.2553 PG 183
Collezione Collezione Peggy Guggenheim
Tipologia Scultura

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