
Alberto Giacometti
Donna che cammina
1936
Opera non esposta
Alberto Giacometti
1947 (fusione del novembre 1957)
È una dei primi esempi della fase matura con la quale l’opera di Alberto Giacometti è solitamente identificata; questa figura è più allungata e smaterializzata rispetto alla Donna che cammina, di cui conserva la frontalità e l’immobilità. Un senso di fragilità spettrale isola la figura dal mondo circostante, nonostante lo scabro trattamento delle superfici che risultano animate e sensibili alla luce quanto le sculture di Auguste Rodin. Giacometti sfrutta le contraddizioni percettive nelle sculture incorporee e ossessionanti di questo periodo. Le figure, sottili come un fiammifero, che realizza negli anni 1942-46, dimostrano l’effetto della distanza sulle dimensioni e sottolineano il concetto che l’essenza dell’individuo perdura anche quando il corpo sembri svanire, diventare non esistente. Giacometti cerca di trasmettere contemporaneamente alcuni concetti: la consapevolezza della presenza immateriale di un’altra persona, l’inconsistenza del corpo che ospita questa presenza e la natura paradossale della percezione. L'artista ha realizzato questa fusione espressamente per Peggy Guggenheim.
Opera esposta
Artista | Alberto Giacometti |
Titolo originale | Femme debout (“Leoni'') |
Data | 1947 (fusione del novembre 1957) |
Tecnica | Bronzo |
Dimensioni | 153 x 14,5 x 35,5 cm |
Credit line | Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York) |
Inventario | 76.2553 PG 134 |
Collezione | Collezione Peggy Guggenheim |
Tipologia | Scultura |
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Opera esposta
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1936
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