Max Ernst

Piccola macchina costruita da minimax dadamax in persona

1919-20

L'opera è realizzata a Colonia durante il primo anno del movimento dada in quella città. Appartiene a una serie di circa cinquanta opere, databili tra il 1919 e il 1920 e basate su schemi di strumenti scientifici, nelle quali Max Ernst usa lastre tipografiche per produrre determinate immagini. I caratteri impressi, una volta alterati dai tradizionali effetti di colore e modellato, si collocano a metà strada tra l’objet trouvé e l’opera d’arte, come i suoi collage. Per soggetto e stile la serie può essere paragonata ai disegni e dipinti meccanomorfici di Francis Picabia, con cui Ernst condivide l’interesse per la tipografia, le immagini a stampa e la lingua: molti elementi di quest’opera si possono leggere come lettere e servono anche per descrivere una struttura meccanica che può essere intesa quale simbolo di attività sessuale. La macchina di Ernst è un esito fantastico delle pressioni psicologiche dell’atto sessuale, come risulta dalla didascalia eroicomica in calce al foglio.

Opera esposta

Artista Max Ernst
Titolo originale Von minimax dadamax selbst konstruirtes maschinchen
Data 1919-20
Tecnica Stampa a mano (?), matita e frottage a inchiostro, acquerello e guazzo su carta
Dimensioni 49,4 x 31,5 cm
Credit line Collezione Peggy Guggenheim, Venezia (Fondazione Solomon R. Guggenheim, New York)
Inventario 76.2553 PG 70
Collezione Collezione Peggy Guggenheim
Tipologia Opera su carta

Copia la didascalia

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