MOLAB alla Collezione Peggy Guggenheim
Le prime indagini - giugno 2013
In questa prima fase di indagine sono state condotte misure non invasive su sette delle undici opere della collezione grazie al lavoro dei tecnici del laboratorio mobile MOLAB (CNR-ISTM, SMAArt, INO - CNR) e del Laboratorio di Diagnostica di Spoleto. “Il MOLAB impiega strumentazioni allo stato dell’arte“, spiega Costanza Miliani, coordinatrice del MOLAB, ”per l’analisi elementare (fluorescenza a raggi X) e molecolare (spettroscopia Raman, FTIR, fluorescenza UV-vis), puntuale e di imaging, di pigmenti e leganti, riflettografia multispettrale VIS-NIR con lo scopo di caratterizzare la tecnica pittorica dell’artista e lo stato di conservazione delle opere”.
L’iniziativa è stata resa possibile dal patrocinio progetto Europeo CHARISMA (Cultural Heritage Advanced Research Infrastructures: Synergy for a Multidisciplinary Approach to Conservation/Restoration) terminato nel 2014, che permette accesso ai più avanzati strumenti scientifici per l’analisi di opere d’arte.
Intervista a Costanza Miliani, coordinatrice MOLAB
Che tipo di indagini sono state condotte sulle opere di Pollock e con quali strumentazioni?
La prima campagna di analisi è stata condotta dall'11 al 14 giugno su una selezione di sette dipinti tra i quali The Moon Woman e Alchemy; il laboratorio MOLAB è stato installato in una delle sale del museo . Sono state eseguite misure puntuali con tecniche elementari e molecolari e misure di imaging nel NIR ed in fluorescenza UV-vis. In particolare con la fluorescenza a raggi X sono stati determinati gli elementi chimici presenti nella pittura ottenendo indicazioni sulla natura dei pigmenti e della preparazione. La identificazione molecolare dei pigmenti è stata ottenuta grazie all’impiego della spettroscopia nell’infrarosso, della spettroscopia Raman e della spettroscopia UV-vis in assorbimento ed emissione. La caratterizzazione dei leganti e di prodotti di alterazione è stata condotta con l’impiego della spettroscopia FTIR nel medio infrarosso e nel vicino infrarosso. Immagini in fluorescenza visibile indotta da luce UV hanno rivelato informazione sulla distribuzione dei coloranti, mentre la riflettografia a scansione multi spettrale ha fornito indicazioni sulle sovrapposizioni degli strati pittorici.
Quali sono gli istituti scientifici che a Venezia si sono occupati delle indagini?
Le analisi scientifiche sono state condotte dal gruppo di ricerca MOLAB del CNR-ISTM (Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari) e dello SMAArt (Centro di Eccellenza Scientific Methodologies in Archaeology and Art) di Perugia in collaborazione con il CNR-INO (Istituto Nazionale di Ottica) di Firenze ed il Laboratorio di Diagnostica di Spoleto. MOLAB è attrezzato con dodici strumentazioni portatili non invasive (spettroscopie puntuali e metodi di imaging) ed ha esperienza decennale allo studio di materiali di interesse nei beni culturali. Il laboratorio MOLAB opera in Italia in collaborazione con gli istituti centrali le sovrintendenze e numerosi musei e collezioni d’arte, ma anche in Europa, finanziato dalla comunità europea con il progetto CHARISMA, dove ha analizzato manoscritti medievali e pre-colombiani, ceramiche a lustro, dipinti di grandi maestri come Raffaello, Bronzino, van Eyck, Bosch, Memling, dipinti di arte moderna e contemporanea di Cezanne, Renoir, Van Gogh, Picasso, Rothko ed altri. MOLAB grazie ad un approccio multi tecnica fornisce informazioni sulla composizione molecolare e la distribuzione dei materiali artistici, utili per studi sulle tecniche esecutive e sullo stato di conservazione, inoltre dà indicazioni per la messa a punto e l’ottimizzazione degli interventi di restauro.
MOLAB ritorna
Seconda campagna d’indagine - marzo 2015
Tra il 2 e il 6 marzo 2015, il MOLAB è tornato alla Collezione Peggy Guggenheim per completare i dati acquisiti nella campagna diagnostica cominciata nel 2013 sui quadri di Jackson Pollock. Questa seconda campagna è avvenuta con il sostegno del progetto Europeo IPERION CH (Integrated Platform for the European Research Infrastructure on Cultural Heritage): un consorzio ideato per la disseminazione e la condivisione delle più avanzate tecniche scientifiche per il restauro.
L’utilizzo di tecniche di rilevamento puntuali, di imaging multispettrale, ha consentito un’analisi spettrale e colorimentrica delle superfici, utile per la caratterizzazione dei materiali che compongono lo strato pittorico. Le indagini del tutto non invasive, hanno fornito un insieme di immagini perfettamente sovrapponibili, metricamente corrette e prive di aberrazioni cromatiche e geometriche. Ciò permette di confrontare le immagini a div erse lunghezze d’onda e di localizzare con precisione i risultati ottenuti senza dover operare registrazioni e/o interpolazioni fra le immagini.