Pablo Picasso
Lo studio (L’Atelier), 1928

La storia del dipinto è singolare. Dopo averlo terminato Pablo Picasso lo rielaborò riducendone la varietà cromatica e la complessità compositiva. Lo affidò al leggendario mercante Daniel H. Kahnweiler, ma cinque anni dopo lo volle riavere, in cambio di cinque altre opere. Tempo dopo il quadro passò alla galleria Valentine Dudensing di New York da cui Peggy Guggenheim lo acquistò nel 1942, poco prima di aprire Art of This Century.

Alla fine degli anni sessanta, per bloccare le ampie crettature e i numerosi sollevamenti di colore, la tela venne foderata utilizzando cere e resina e incollata su un supporto a nido d’ape in cartone. Nel tempo la cera è affiorata sulla superficie della tela ingiallendone il bianco, che è il colore dominante e caratterizzante dell’opera. Inoltre i depositi di particolato atmosferico hanno spento gli altri colori impedendo la corretta lettura cromatica del dipinto.

Grazie ai passi da gigante compiuti dalla ricerca scientifica applicata alla conservazione è ora possibile ricostruire la prima versione del dipinto e stabilire la sequenza delle modifiche apportate da Picasso. Le indagini e le valutazioni intercorse permettono di conoscere il processo creativo che sottende l’opera e allo stesso tempo determinare il corretto intervento di restauro.

Il progetto di studio e conservazione è realizzato grazie al sostegno di EFG, Institutional Patron del museo.


Indagini e inizio del restauro, agosto 2016

Si sono concluse le fasi di ricerca e indagini preliminari, che hanno visto impegnati i tecnici del laboratorio mobile MOLAB del CNR-ISTM di Perugia nell'indagare in modo non invasivo il dipinto direttamente in situ.
Uno degli obiettivi delle analisi è stato quello di svelare la composizione del dipinto sottostante a quello visibile oggi e realizzato da Pablo Picasso in un primo momento. La differente risposta in radiografia dei materiali pittorici ha evidenziato con dettaglio il dipinto sottostante, ottenendo la precisa distribuzione delle campiture di colore coperte.
Importante per la definizione dell’intervento è stata inoltre la settimana di studio analitico dell’opera e i test di pulitura effettuati da Luciano Pensabene Buemi, Conservatore della Collezione Peggy Guggenheim, in collaborazione con Carol Stringari, Conservatore capo del Museo Solomon R. Guggenheim di New York, e Veronique Sorano Stedman, Conservatore capo del Centre Pompidou di Parigi.
Le analisi e la pulitura dell’opera sono state rese possibili grazie al prezioso supporto della banca BSI, Institutional Patron del museo. Oltre a supportare realtà prestigiose come la Collezione Peggy Guggenheim e i suoi progetti, la passione di BSI per l’arte trova fondamento all’interno della banca stessa, che dal 2000 ha dato vita alla propria collezione d'arte contemporanea, oggi fra le 100 più importanti collezioni aziendali al mondo.

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