Vittorio Tavernari nasce a Milano il 28 settembre 1919. Figlio di un restauratore, si forma con Francesco Wildt alla Scuola del Marmo (1935-38), dove conosce Bruno Cassinari, Umberto Milani, Ennio Morlotti ed Ernesto Treccani. Negli anni di leva e della guerra, tra il 1939 e il 1943, è tra Varese e Como, dove incontra Mario Radice e il gruppo del Caffè Ribecchi (Giuseppe Terragni, Pietro Lingeri e Manlio Rho); a Como condivide un piccolo studio con l'amico Morlotti e si unisce agli astrattisti. Nel 1944 si trasferisce a Varese e sposa Piera Regazzoni: la loro casa diventa luogo d'incontro di artisti e scrittori, da Piero Chiara a Renato Guttuso. Continua, tuttavia, a tenere i contatti con i circoli artistici milanesi, diventando uno dei cofondatori della rivista “Numero” (1945), firmando il manifesto Oltre Guernica, e collaborando al giornale “L’ordine nuovo”.

A Milano si tengono anche le sue prime mostre, alla Galleria del Camino (1948) e alla Galleria del Milione (1951). Nel 1948 è in Francia per vedere le opere di Pablo Picasso. L'anno seguente gli viene assegnato il Premio della Scultura della Città di Varese. Nel 1954 riceve anche il premio dell'Esposizione Nazionale d’Arte Figurativa di Spoleto, e nel 1955 espone alla Quadriennale di Roma. Tra il 1948 e il 1952 sperimenta l'astrazione per ritornare poi al figurativo, sebbene il suo naturalismo rimanga comunque influenzato dall'estetica dell'Informale. Nel 1960 vince il Premio Rancati. L'anno seguente tiene una personale a Parigi, partecipa a mostre collettive a Tokyo, Gothenburg, Oslo, Padova, Pittsburgh, Dresda e Bucarest, e riceve la Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica all'Esposizione Nazionale di Arte Figurativa di Spoleto. Nel 1964 è ammesso all'International Association of Art dell'UNESCO. Le sue opere vengono esposte alla Biennale di Venezia (1964), al Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano (1969), a un'importante retrospettiva al Musée Rodin, Parigi (1973). Nel 1974 è invitato a esporre ai Musei Civici di Villa Mirabello, a Varese, e negli anni seguenti in varie città italiane: Rimini, Prato, Torino e Lucca. Tavernari muore a Varese il 29 ottobre 1987.


Opere