Mario Merz
Se la forma scompare la sua radice è eterna
1982-89
Opera esposta
Il museo rimarrà chiuso martedì 24 dicembre e il 25 dicembre, mentre sarà eccezionalmente aperto martedì 31 dicembre.
Mario Merz nasce a Milano il 1 gennaio 1925. Cresciuto a Torino, frequenta per due anni la facoltà di medicina all’Università degli Studi di Torino. Durante la Seconda guerra mondiale si unisce al gruppo antifascista Giustizia e Libertà e nel 1945 viene arrestato e imprigionato. Nel 1950 inizia a dipingere a olio e nel 1954 tiene la sua prima personale alla Galleria La Bussola di Torino, dove espone dipinti aventi per soggetto forme tratte dal mondo organico. Verso il 1966 inizia a perforare tele e oggetti con tubi al neon, trasformando i materiali con questa simbolica infusione d’energia.
Nel 1967 viene coinvolto in un'associazione di numerosi artisti, tra cui Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto e Gilberto Zorio, che evolve nel movimento dell'Arte povera, caratterizzato da un’estetica antielitaria, che ingloba materiali umili, tratti dalla vita quotidiana e dal mondo organico, in segno di protesta per la natura disumanizzante dell’industrializzazione e del capitalismo consumista. Nel 1968 adotta uno dei suoi motivi caratteristici, l’igloo, costituito da uno scheletro di metallo coperto da frammenti d’argilla, cera, fango, vetro, iuta e fascine di rami, cui spesso si aggiungono frasi politiche o letterarie scritte da tubi al neon.
Espone in importanti mostre internazionali di Arte concettuale, Process Art e Minimalismo, come “Live in Your Head: When Attitudes Become Form” alla Kunsthalle di Berna nel 1968, mostra poi esposta a Krefeld, in Germania, e a Londra. Nel 1970 inizia a impiegare la formula di progressione matematica di Fibonacci, comunicando visivamente il concetto grazie all’uso dei numeri e della figura a spirale. All’epoca della sua prima personale americana, al Walker Art Center di Minneapolis nel 1972, Merz ha già integrato alla propria iconografia le pile di giornali, gli animali archetipi e le motociclette, più tardi seguiti dalla tavola, nel suo aspetto simbolico di locus della necessità umana di appagamento e interazione. La sua prima personale in un museo europeo ha luogo alla Kunsthalle di Basilea nel 1975. Del 1989 è invece un’ampia retrospettiva al Museo Solomon R. Guggenheim di New York. Merz muore a Torino il 9 novembre 2003.
Mario Merz
1982-89
Opera esposta
Mario Merz
1989
Opera non esposta