Leonor Fini nasce a Buenos Aires il 30 agosto 1907, da madre italiana e padre argentino. La madre si separa e rientra in Italia con i figli stabilendosi a Trieste. Fini cresce così in un ambiente borghese di grande cultura, frequentato da James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba, e inizia a dipingere in giovane età. A diciassette anni lascia la casa materna per intraprendere numerosi viaggi in Europa. Non riceve un’educazione artistica formale, ma studia con Achille Funi durante un soggiorno a Milano.

Nel 1933 si trasferisce a Parigi e conosce alcuni artisti surrealisti, Max Ernst, Paul Éluard e Victor Brauner. Pur non unendosi al Surrealismo, comincia tuttavia a sperimentarne i metodi e le tecniche, come ad esempio l’automatismo, che enfatizza l’ispirazione artistica derivata dalla giustapposizione casuale di forme e dall’uso fortuito di materiali. Nelle sue immagini, creature ambigue popolano ambienti tenebrosi e scenograficamente disseminati di oggetti dall'enigmatica simbologia psicanalitica.

Nel 1936 espone alle mostre collettive “International Surrealist Exhibition” alle New Burlington Galleries di Londra, e “Fantastic Art, Dada, Surrealism” al Museum of Modern Art di New York, mentre la sua prima personale si tiene nel 1938 alla Julien Levy Gallery di New York con un’introduzione al catalogo di Giorgio de Chirico. Durante la Seconda guerra mondiale risiede a Montecarlo e dipinge numerosi ritratti, mentre nel periodo tra il 1945 e il 1969 si dedica alla creazione di costumi per il teatro, l’opera, il balletto e il cinema. I gatti che la circondano nella vita quotidiana popolano, insieme alle sfingi, le sue opere maggiori dagli anni trenta agli anni cinquanta. Fini continua a lavorare in Francia, fino alla morte, avvenuta a Parigi il 18 gennaio 1996.


Opere