Emilio Vedova nasce a Venezia il 9 agosto 1919. Accostatosi alla pittura da autodidatta, frequenta per un breve periodo la scuola serale di decorazione ai Carmini. Nel 1942 aderisce al gruppo Corrente, cui appartengono anche Renato Birolli, Umberto Vittorini, Renato Guttuso ed Ennio Morlotti. Dal 1943 partecipa attivamente alla Resistenza. Nel 1946, a Milano, collabora con Morlotti al manifesto Oltre Guernica e a Venezia è uno dei fondatori del Fronte Nuovo delle Arti. In questo periodo inizia la serie delle Geometrie nere, opere in bianco e nero che risentono dell’impostazione spaziale cubista.

La sua prima personale negli Stati Uniti si tiene alla Catherine Viviano Gallery di New York nel 1951, anno in cui riceve anche il premio per i giovani pittori alla prima Biennale di San Paolo. Nel 1952 prende parte al Gruppo degli Otto. Nel 1955 partecipa alla prima Documenta di Kassel, e l’anno dopo gli viene assegnato il Guggenheim International Award. Nel 1958 esegue le prime litografie. Nel 1959 realizza grandi tele a forma di L denominate Scontro di situazioni, presentate in un ambiente nero creato da Carlo Scarpa alla mostra “Vitalità nell’arte” di Palazzo Grassi a Venezia, e poi allo Stedelijk Museum di Amsterdam.

Nel 1960 riceve il Premio per la Pittura alla Biennale di Venezia e nello stesso anno realizza le scenografie ed i costumi per l’opera Intolleranza ’60 di Luigi Nono. Tra il 1961-63 comincia a realizzare i primi Plurimi, quadri/sculture a sé stanti, articolate e movibili, in legno e metallo dipinti. Tra il 1963 e 1965 realizza, a Berlino, i grandi Plurimi Absurdes Berliner Tagebuch ‘64 esposti a Documenta III, a Kassel. Ritiratosi Oskar Kokoschka, Vedova è invitato, in qualità di direttore, a rinnovare la Internationale Sommerakademie di Salisburgo, dal 1965 al 1969, e poi ancora nel 1988. Nel 1965 e nel 1983 viaggia negli Stati Uniti dove tiene numerose conferenze. Per il padiglione italiano all’Expo ’67 di Montreal crea un collage-luce in cui piccole lastre proiettano immagini mutevoli in un grande spazio asimmetrico. Tra il 1975 e il 1986 insegna all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dalla fine degli anni settanta sperimenta numerose tecniche e forme, quali i Plurimi-Binari (opere mobili su binari d’acciaio), monotipi, pannelli circolari doppi (Dischi), e incisioni su vetri di grandi dimensioni. Nel 1995 inizia una serie di oggetti sfaccettati e manovrabili dipinti su legno, denominati Disco-Plurimo. L’artista muore a Venezia il 25 ottobre 2006.


Opere