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“Feci dipingere a Jackson Pollock un murale alto due metri e largo sette. Marcel Duchamp disse che avrebbe dovuto dipingerlo su una tela, altrimenti il giorno in cui avessi lasciato l’appartamento l’avrei dovuto abbandonare lì”.
- Peggy Guggenheim, Una vita per l'arte, Rizzoli, Milano 1982
Nel 1943 Peggy Guggenheim è a New York, e dopo la separazione dall’artista Max Ernst si trasferisce in un appartamento al 155 East 61stt Street. A luglio di quell’anno commissiona a Jackson Pollock un dipinto su tela delle dimensioni di un murale per l’ingresso al piano terra dell’edificio. Il quadro, completato ai primi di novembre di quell’anno, sarà il più grande mai dipinto dall’artista e Peggy lo donerà nel 1948 allo University of Iowa Museum of Art. Qualche
anno dopo, Peggy si fa fotografare insieme a Pollock davanti al quadro, che era ancora appeso a casa sua.
Murale rappresenta il fulcro della traiettoria creativa di Pollock, che fino a quel momento dà corpo al suo interesse per l'energia e il movimento grazie a figure singole, come la presenza eretta e in movimento della Donna luna (1942). La straordinaria varietà di segni pittorici racchiusa nel Murale, dalle pennellate e vortici arcuati agli spruzzi di colore sulla tela, daranno in seguito origine alla celebre tecnica a colatura (pouring), che si ritrova in Foresta incantata (1947) e Alchimia (1947).